Riprendendo i contenuti basilari del Documento della Congregazione per l’educazione cattolica “EDUCARE INSIEME NELLA SCUOLA CATTOLICA” (vd. Documento integrale pubblicato su questo blog nel link “Documenti”), Benedetto XVI, in chiusura del bellissimo Family Day di Milano, ha sottolineato ancora una volta quanto sia importante che Famiglia e Scuola, in una sinergia totale educhino “in comunione” alla comunione.
Ritornando anche noi a una riflessione breve, ma profonda sullo stesso Documento, ne ritroviamo almeno due aspetti che non è possibile ignorare o sottovalutare, come purtroppo spesso accade:

Non ci sfugge, di rimando, il richiamo preciso del Documento al ruolo che persone consacrate e fedeli laici conducono e devono condurre insieme nella scuola:
«Uno dei frutti della dottrina della Chiesa come comunione, in questi anni è stata la presa di coscienza che le sue varie componenti possono e devono unire le loro forze, in atteggiamento di collaborazione e di scambio di doni, per partecipare più efficacemente alla missione ecclesiale. Ciò contribuisce a dare un’immagine più articolata e completa della Chiesa stessa, oltre che a rendere più efficace la risposta alle grandi sfide del nostro tempo, grazie all’apporto corale dei diversi doni».
In tale contesto ecclesiale la missione della scuola cattolica, vissuta da una comunità costituita da persone consacrate e da fedeli laici, assume un significato del tutto particolare e manifesta una ricchezza che occorre saper riconoscere e valorizzare. Questa missione esige, da tutti i membri della comunità educativa, la consapevolezza che un’ineludibile responsabilità nel creare l’originale stile cristiano spetta agli educatori, come persone e come comunità. Richiede da loro di essere testimoni di Gesù Cristo e di manifestare che la vita cristiana è portatrice di luce e di senso per tutti. Come la persona consacrata è chiamata a testimoniare la sua specifica vocazione alla vita di comunione nell’amore, per essere nella comunità scolastica segno, memoria e profezia dei valori del Vangelo, così anche all’educatore laico è richiesto di realizzare «la sua missione nella Chiesa vivendo nella fede la sua vocazione secolare nella struttura comunitaria della scuola»

Anche in quella particolare espressione della Chiesa che è la scuola cattolica, la spiritualità della comunione deve diventare il respiro della comunità educativa, il criterio per la piena valorizzazione ecclesiale delle sue componenti ed il punto di riferimento essenziale per l’attuazione di una missione autenticamente condivisa.
Sono parole inequivocabili….le stesse che appena ieri Jeanne Antide Thouret additava a chi operava nelle scuole da lei fondate… le stesse che ci ricorda oggi…!
5 commenti:
Questo dimostra quanto sia ancora attuale lo stile educativo di Santa Giovanna Antida Thouret.
Veramente bello lè'incontro delle famiglie a Milano.
M.E.
Le stesse parole che ci ricorda oggi...avete proprio ragione.
Forse perchè c'è proprio bisogno che ce le ricordi e anche spesso a tutti noi operatori delle scuole cattolice, laici e no.
Continuate con gioia e determinazione a lavorare,lasciandovi illuminare dalla Parola e motivare dal carisma di S.Giovanna Antida,per fare della famiglia e della scuola un'autentica comunità educante:solo chi ama nella verità educa nella libertà
Continuate con gioia e determinazione a lavorare,lasciandovi illuminare dalla Parola e motivare dal carisma di S.Giovanna Antida,per fare della famiglia e della scuola un'autentica comunità educante:solo chi ama nella verità educa nella libertà
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