sabato 12 maggio 2012

LE SCUOLE PARITARIE CHIUSE? UNA VERA TRAGEDIA PER LE CASSE DELLO STATO...!

    Riprendiamo, per la sua pregnanza e la sua scottante attualità, l'articolo di Enrico Lenzi apparso oggi su l'Avvenire. Si  riferisce, sia pure parzialmente, alla situazione esistente in Lombardia, ma è senz'altro paradigmatico più che mai dell'intera situazione nazionale.

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" «La scuola paritaria? Un patrimonio culturale e pedagogico da difendere». E non solo. «La sua presenza rappresenta per lo Stato un enorme risparmio economico». E in tempi di «spending review (controllo della spesa) non intervenire a sostegno della loro attività rischia di apparire antieconomico». Parole non nuove, ma a sorprendere è l’interlocutore che pronuncia queste frasi. È il direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia, Giuseppe Colosio, il «rappresentante» del ministero dell’Istruzione in questo territorio da sempre motore del Paese.
«So bene che queste mie parole potranno risultare sgradite a qualcuno – riconosce Colosio –, ma sono fortemente preoccupato per alcuni segnali negativi che arrivano dal mondo della scuola paritaria, in profonda sofferenza. Come direttore scolastico regionale sotto la mia competenza ricade l’intero sistema scolastico pubblico, dunque anche le paritarie». E la preoccupazione del direttore Colosio è davvero grande. Molte le cause.

«Oggi in Lombardia sul milione e mezzo di studenti – spiega il direttore Colosio – oltre 305mila sono iscritti a istituti paritari». Un loro passaggio in blocco a scuole statali «costerebbe allo Stato un miliardo e 400 milioni di euro». Oggi per l’intero sistema paritario lombardo, «lo Stato sborsa 120 milioni di euro». I conti del risparmio statale sono presto fatti: poco meno di un miliardo e 300 milioni. Per non parlare del capitolo relativo alla formazione professionale gestita dalla Regione che con 45mila iscritti, rappresenta per lo Stato un risparmio di 450 milioni di euro.

Cifre pesanti, che il direttore scolastico regionale osserva con grande attenzione, anche perché i segnali sono tutt’altro che incoraggianti con diversi Comuni che «tendono a statalizzare le proprie scuole dell’infanzia». Insomma anche i Comuni gestori di scuole paritarie, «come ho detto al sindaco di Milano Giuliano Pisapia – racconta Colosio –, ricordandogli che lui è uno tra i maggiori gestori di scuole paritarie (oltre 170, ndr), o come dicono alcuni private». Da quando è arrivato negli uffici di via Ripamonti tre anni fa. Colosio ha dovuto affrontare una politica di riduzione delle spese (annualmente questa direzione gestisce circa 7 miliardi di euro), che comporterà anche una nuova collocazione della stessa direzione regionale e dell’ex Provveditorato agli studi di Milano. «Si capisce come quelle cifre debbano far riflettere – aggiunge Colosio – arrivando a comprendere che anche da un punto di vista economico per lo Stato è decisamente più conveniente che la scuola paritaria continui la propria attività».

Ma «la mia preoccupazione – aggiunge il direttore Colosio – non è meramente economica. L’esistenza della scuola paritaria per il sistema scolastico lombardo è preziosa dal punto di vista culturale e pedagogico». Un esempio? «Nella nostra Regione abbiamo praticamente azzerato la dispersione scolastica fino ai 16 anni e fortemente ridotto quella fino al conseguimento di un diploma o una qualifica professionale ai 18 anni».

Un obiettivo, sottolinea Colosio, «raggiunto grazie alla presenza delle paritarie, che con il proprio stile sono state in grado di recuperare ragazzi che sembravano destinati a uscire dal sistema scolastico». Uno stile «presente anche in molti istituti statali, ma dove vi è maggior rigidità strutturale e organizzativa, che a volte non aiuta». E qui si innesta un secondo aspetto importante. «In un’epoca dove il sapere viaggia attraverso molti canali – dice il direttore regionale –, serve una scuola che aiuti i ragazzi a sviluppare una capacità di giudizio sulle informazioni. E su questo punto la scuola paritaria dedica molta attenzione».

Insomma questa «pluralità di soggetti» e questa «articolazione di modelli pedagogici» sono, per Giuseppe Colosio, «armi vincenti» per il sistema scolastico lombardo. Armi che il direttore regionale punta a far «diventare patrimonio di tutti, potenziando le occasioni di incontro e di lavoro comune tra statali e paritarie». Una osmosi da cui tutti i settori «possano trarre elementi positivi». Soprattutto «nel campo delle innovazioni dove le paritarie hanno molto da dire e da offrire». Una osmosi, si augura Colosio, che dovrebbe portare «anche una minor rigidità nel sistema statale».

Qualche esempio? «Pensi al reclutamento. Oggi è un aspetto burocratico che non valorizza affatto competenze e preparazione dei soggetti, che trattiamo come numeri, non come persone». Ma anche «la libertà di scelta delle famiglie, dirimendo la confusione tra chi stabilisce gli obiettivi, che sono gli utenti (famiglie, studenti, mondo del lavoro, Enti locali, per fare qualche esempio), e chi garantisce con la propria professionalità, il conseguimento degli obiettivi». Insomma, conclude il direttore regionale Colosio, «liberare la scuola dalle troppe rigidità strutturali e organizzative»." ( Enrico Lenzi, da l'Avvenire del 12.05.2012)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Si calcola che se contemporaneamente si chiudessero tutte le scuole paritarie esistenti uin Italia, lo Stato dovrebbe spendere dalla sera alla mattina almeno quattro miliardi di euro in più per pagare l'istruzione di un milione almeno di alunni.
Avete fatto bene a riportare questo articolo.

EnzoTP ha detto...

Non facciamoci illusioni. E' in gioco la questione economica, ma è in gioco anche una questione di libertà di sceklta per i propri figli delle scuole piu confacenti e idonee alla propria formazione. Questo non dimentichiamolo.

Anonimo ha detto...

Si, Enzo, ma se le scuole paritarie sopno poste in condizione di chiudere, mi dici come si potrà garantire la libertà educativa ai genitori?

Sr. Maria A. ha detto...

<>

Donboscoland

Sr. Maria A. ha detto...

La scuola paritaria è un grande risparmio per lo Stato

Proprio così: la scuola paritaria fa risparmiare allo Stato, ogni anno, moltissime risorse economiche. Dimostrarlo è assai semplice. 500 milioni versati alla scuola paritaria a fronte dei 57 e oltre miliardi versati alla Scuola di Stato, costituiscono meno dell’1%! Ha senso parlare di soldi sottratti alla scuola pubblica a favore della privata?






Proprio così: la scuola paritaria fa risparmiare allo Stato, ogni anno, moltissime risorse economiche. Dimostrarlo è assai semplice. Basta rifarsi ad alcuni dati che si possono ricavare da una recente pubblicazione del Ministero dell’Istruzione, intitolata “La scuola in cifre 2007”.

Si legge che nel 2007, a fronte di 7.751.336 alunni della scuola statale di ogni ordine e grado, è stato praticato un finanziamento pubblico pari a 57 miliardi di euro (CIRCA 7.500 EURO PER ALUNNO) così ripartiti: 47 miliardi sul bilancio del Ministero dell’Istruzione; 8 miliardi sui bilanci degli Enti locali; 2,2 miliardi sui bilanci delle Regioni.
Questo dato, che viene riportato, e che è già per se stesso considerevole, risulta largamente incompleto perché si riferisce alle sole spese correnti e non a quelle in conto capitale, come ad esempio, quelle relative alla costruzione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici, al loro ammortamento, alle attrezzature, alle strumentazioni didattiche ecc.

Sr. Maria A. ha detto...

Continua


La risultante di tutte queste voci, come è facile immaginare, è enorme sia in senso assoluto, sia in riferimento al costo medio dell’alunno della scuola statale.

SCUOLE PARITARIE: a fronte, nel 2007, di 1.049.420 alunni nella scuola paritaria sono stati erogati come finanziamento pubblico appena 534.961.147 di euro (CIRCA 500 EURO PER ALUNNO, come media*)” (Francesco Macrì, Presidente Nazionale FIDAE).

A questo punto la conclusione: 500 milioni versati alla scuola paritaria a fronte dei 57 e oltre miliardi versati alla Scuola di Stato, costituiscono meno dell’1%! Ha senso parlare di soldi sottratti alla scuola pubblica a favore della privata? Sono proprio questi 500 milioni che mancano al bilancio statale la causa del malfunzionamento della scuola statale, come si sente gridare sui giornali e nelle piazze?

*Si deve sottolineare il fatto che il finanziamento alla paritaria riguarda quasi esclusivamente la scuola dell’infanzia, dove lo Stato è carente e necessita di un soccorso privato e, secondariamente, la scuola primaria.

La scuola paritaria non è una spesa aggiuntiva, ma un guadagno per lo Stato: è un capitale e una risorsa umana a beneficio di tutti (chiunque ne sottoscriva il progetto educativo può iscriversi) e come tale deve poter avere tutti i dovuti riconoscimenti (magari una convenzione pubblico/privato analoga a quella presente nel sistema sanitario nazionale).

Nel Veneto gli alunni iscritti nelle scuole paritarie sono 140.000 (di cui 86.000 nella scuola dell’infanzia e solo 11.000 nella secondaria di II° grado). Il risparmio annuo che tali alunni concedono alla Pubblica Amministrazione è di euro 737 milioni (il piano di ridimensionamento della Pubblica Amministrazione avviato da Tremonti punta ad un risparmio di 8 miliardi di euro: il Veneto regala quasi un miliardo…).

Vorrei ricordare poi la legittimazione della Scuola paritaria affermata dalla Legge n°62 del 2000: “Il Sistema nazionale di istruzione è costituito da scuole statali e da scuole non statali o paritarie”: l’Istruzione in Italia è dunque un sistema misto statale e non statale.

L’ultima obiezione, quella più radicale, che viene mossa al finanziamento pubblico riguarda il “senza oneri per lo Stato” dell’art. 33 della Costituzione.
Ecco l’articolo 33: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali (…)”.

Negli Atti dell’Assembla Costituente si legge l’interpretazione data, per firma del sen. Corbino, al “senza oneri per lo Stato”: l’espressione si riferisce esclusivamente al momento della fondazione di una Scuola, non a quando svolge servizio pubblico.
Ovvero: il privato cittadino non può chiedere soldi allo Stato per aprire una Scuola, ma quando la Scuola funziona e di fatto fa risparmiare lo Stato, le cose cambiano.

Credo, per concludere, che sia utile ricordare come la Scuola paritaria, nata nel corso della storia dalla libera volontà di persone illuminate, che spesso ricordiamo come sante, contribuisca a dilatare nella nostra società il bene più prezioso che abbiamo come uomini e come donne, la libertà, compresa quella di scegliere gli educatori dei propri figli.

Donboscoland

Bruno ha detto...

Sono un amministratore del blog.
Il commento di Sr. Maria è stato postato evidentemente in modo errato perchè troppo lungo.
Quando si vuole inserire dei testi lunghi col copiaincolla è meglio dividerli preventivamente in due o tre pezzi e poi postarli.
Ringraziamo comunque gli autori dei commenti.

Anonimo ha detto...

Lo Stato realizza un risparmio notevole attraverso le paritarie ma non fa molto, anzi quasi niente per aiutarle.

Bruno ha detto...

"...le paritarie, che con il proprio stile sono state in grado di recuperare ragazzi che sembravano destinati a uscire dal sistema scolastico"

Credo occorra riflettere moltissimo su questo passaggio.