sabato 16 giugno 2012

RESTANDO ANCORA SULLA NUOVA BOZZA DI “ INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E DEL PRIMO CICLO”…

     Abbiamo lasciato  in primo piano fino a oggi  il precedente thread sul  medesimo argomento in considerazione dell’ elevatissimo interesse che ha suscitato tra gli amici che frequentano il nostro blog ( fino a questo momento abbiamo contato oltre 650 accessi alla pagina) . Riteniamo pertanto utile restare sullo stesso argomento ritornando un po’ alla cronistoria delle “Indicazioni Nazionali” e cercando di riassumere le perplessità  più salienti verso la nuova bozza già espresse da più parti,  anche attraverso – non ultimi – i commenti pervenuti sul precedente thread (alcuni dei quali abbiamo dovuto rimuovere in quanto ostili in modo palesemente preconcetto alle indicazioni del MIUR).

DAGLI OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO ALLE UNITA’ DI APPRENDIMENTO, AL CURRICOLO

      Due sono i tipi di “Indicazioni” che  si sono sovrapposti nell’ultimo decennio nell’ampio arco di scolarizzazione che va dalla scuola dell’Infanzia , alla Primaria, fiono alla Secondaria di I grado, con inevitabili confusione e disagio per il personale che doveva applicarli, essendo densi i documenti di riferimento di visioni pedagogiche di diverso se non contrapposto orientamento.
     Le “Indicazioni “ del 2004, lanciate dall’allora ministro Moratti, lasciavano da parte i vecchi programmi prescrittivi ed erano imperniate su una pratica, per cui il docente era chiamato a tradurre gli obiettivi specifici di apprendimento (prescrittivi) in unità di apprendimento, tanto valide quanto rispondenti alle esigenze specifiche della classe a cui erano rivolte. Si leggeva appunto, in uno degli allegati al decreto istitutivo, che “è compito di ogni scuola autonoma e dei docenti assumersi la libertà di mediare, interpretare, ordinare, distribuire ed organizzare gli obiettivi specifici di apprendimento… nelle unità di apprendimento”. apparvero  però tra gli obiettivi per la classe terza media una serie di “educazioni”, compresa l’educazione all’affettività (che si proponeva di esplorare il nesso affettività-sessualità-moralità) che fecero storcere parecchio il naso a chi riteneva che tali ambiti non potessero essere appaltati all’istruzione statale, per quanto di buona qualità, essendo di esclusiva prerogativa di un rapporto di libertà educativa che si accende tra persone.

     Appena tre anni dopo, nel 2007, appaiono  le “Indicazioni per il curricolo”  del ministro Fioroni, che,  formulate  all’insegna dell’educare-istruendo, intendevano correggere una certa frammentarietà cui le unità di apprendimento potevano dare corso e fornivano una loro interpretazione del passaggio dall’insegnamento all’apprendimento che ogni scuola sensata dovrebbe proporsi. Interpretazione centrata sul concetto di curricolo, che, sulla scorta dell’esperienza maturata (?)  nelle scuole anglosassoni, avrebbe dovuto evitare l’accumulo delle informazioni per dare alla progettazione didattica dall’infanzia alla scuola superiore una “progressività” tale da promuovere la connessione tra i saperi.
    Le Indicazioni  nazionali “per il curricolo” dunque  introducevano la dialettica  progettuale delle “  competenze” , intese come “traguardi per lo sviluppo delle competenze”. 

COME CONIUGARE  ANCORA OGGI DUE VISIONI DELLA SCUOLA DISCORDANTI?

     Dunque cosa applicare nella scuola, le “Indicazioni” Moratti o quelle Fioroni? Il Miur se la cavava nel 2009 suggerendo che le indicazioni Moratti fossero applicate “come aggiornate dalle Indicazioni per il curricolo” di Fioroni: un consiglio che avrebbe voluto essere salomonico, ma che si rivelava fortemente ambiguo, se non pericoloso, data la  forte discordanza dei due testi. Era necessario dunque – e il MIUR se ne rendeva conto – procedere almeno a un  monitoraggio, che raccogliesse  dalle istituzioni scolastiche statali e paritarie del primo ciclo di istruzione ogni elemento possibile di valutazione utile  all’eventuale revisione delle Indicazioni.

    Il monitoraggio, affidato all’Ansas e all’Invalsi, è però partito solo nel 2011, con estremo ritardo rispetto ai momenti di grave incertezza vissuti nelle scuole reali, i cui collegi dei docenti, i cui consigli di classe e di interclasse erano costrette  ( e lo sono ancora, ahimè) a barcamenarsi tra le discordanti indicazioni targate Moratti e quelle targate  Fioroni, entrambe  ancora in vigore(!).
 
GLI ESITI DEL MONITORAGGIO INVALSI CIRCA L’APPLICAZIONE DELLE “PIU’ VECCHIE E MENO VECCHIE” INDICAZIONI NAZIONALI

    Il monitoraggio ha interessato 5.986 istituzioni statali e 4.250 paritarie e tendeva   a sondare il  “contesto di riferimento all’interno del quale le scuole hanno sperimentato Indicazioni e riforme del sistema”. Ne è emerso che:

·        le Indicazioni Nazionali “Moratti” sono state applicate dall’87,5% delle scuole (56,6 abbastanza; 30,9 molto): non rifiutate dunque a priori anche se superate dalle Indicazioni per il curricolo, applicate da quasi il 95% delle scuole (50,9 abbastanza; 44,0 molto);
·         il 94,1% delle scuole ha modificato il Pof (Piano dell’offerta formativa) sulla base delle Indicazioni. Nella scuola primaria l’offerta formativa è stata modificata prevalentemente in Teatro/ danza/ musica (68,3%); nella scuola secondaria di I grado l’ambito delle maggiori modifiche è quello delle Lingue (54,5%);
·         il 73,3% delle istituzioni scolastiche  ha valutato positivamente gli apprendimenti sulla base degli standard fissati dalla singola scuola, tenendo in qualche modo a distanza sia gli standard europei, che le prove nazionali (leggi Invalsi).

          Nel complesso dunque  non sembra avvenuta alcuna rivoluzione, semmai una sovrapposizione o un  assorbimento del nuovo in un contesto progettuale  di riferimento fondato su canoni in gran parte superati, o quasi !

IL LAVORO DELL’ATTUALE COMMISSIONE

    La commissione per la revisione  attualmente al lavoro, come si sa,  ha già fornito una bozza (30 maggio) sulla quale le scuole dovranno esprimersi compilando entro il 30 giugno un questionario a risposta chiusa.  Si prevede anche l’rganizzazione di  supporto di  seminari tematici, gestiti in collaborazione con scuole, reti di scuole, enti locali, associazioni, università. Sono attese memorie, proposte, segnalazioni da parte di agenzie educative  e culturali varie  o anche da semplici  gruppi spontanei  di persone interessate (CM. N. 46/2012). 

LA “BOZZA DEL 30 MAGGIO” :INSTRUMENTUM LABORIS O GIA’ DOCUMENTO?

     Più che uno strumento di lavoro, a noi ( e non solo a noi)  sembra che la bozza ( scaricabile integralmente dai “documenti” di questo blog, accessibili tramite l’apposito link riportato nella colonna a dx)  sia   un  vero e proprio documento già molto definito: esso riporta inserite, ad esempio, come imprescindibili  le otto competenze-chiave europee del 2006 (tra le quali “imparare ad imparare”) che altri documenti successivi avevano peraltro ridefinito ed adattato. Inoltre si fa intendere molto esplicitamente  che le “nuove” Indicazioni saranno funzionali alla “progressiva generalizzazione degli istituti comprensivi” per i quali si vuole costruire una sorta di piattaforma unitaria dei saperi di base. Questa piattaforma si chiama appunto “curricolo” che nell’ accezione comune  non è una “ semplice” organizzazione delle conoscenze, ma una loro strutturazione  finalizzata a un’idea di  scuola omogenea e progressiva. 

OSSERVAZIONI  CONCLUSIVE

    Riteniamo che se la consultazione sia davvero occasione di apertura alla scuola reale e alle esperienze di insegnamento/ apprendimento che abbiano a cuore la crescita umana e culturale degli alunni, prima ancora della funzionalizzazione dei saperi , quest’ottica debba essere modificata, affidando alla “bozza” il ruolo che le è proprio,  cioè di  mero strumento di discussione e di confronto, e non quello di un ‘ anticipazione al 90% ( se non oltre) di quelle che saranno le future Indicazioni definitive.
   Il confronto sull’impostazione e sulla visione pedagogica che deve ispirare le Indicazioni non può inoltre  essere ulteriormente  disatteso, mentre deve restare  aperto un realistico dibattito anche sui saperi, sulle discipline, sui contenuti, sull’impostazione concreta, efficace e non  solo “cartacea” del curricolo.
   Sarà fatto?

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Esauriente e bella sintesi. Grazie.

Anonimo ha detto...

Ecco chiarita l'apparizione e poi la sparizione delle "Educazioni".
Secondo me sono necessarie, anzi importanti.

V.E.

Anonimo ha detto...

Molto chiara l'illustrazione del problema. Bravi.

Anonimo ha detto...

Grazie. Una sintesi chiara ed esauriente.

Anonimo ha detto...

Nella nostra scuola paritaria ( primo ciclo di istruzione) stiamo sperimentando da anni la continuità. Prima si parlava di continuiotà educativa soltanto. Oggi si parla di continuità nel curricolo, ma la sostanza non è poi molto diversa.
Le esperienze fatte nel passato, quando ancora non si parlava di curricolo, ma si parlava anche di educazioni (Programmi del 1985) sono secondo me preziose e ci hanno permesso di preparare bene generazioni e generazioni di alunni con grande soddisfazione delle famiglie.
Oggi invece si vorrebbe, come al solito, appena arriva un venticello di novità da altre nazioni, spazzare tutte le esperienze fatte.
Così la nostra scuola elementare, che fino a qualche anno fa era una delle prime nel mondo per la sua bontà di programmi e di metodi, oggi e in futuro dovrebbe dimentare solo una tappa di un processo curricolare che non si capisce di buopno cosa possa aggiungere alle nostre scuole.

Scusate lo sfogo.

Anonimo ha detto...

Comprendo lo sfogo dell'anonimo delle ore 18,20 però bisogna distinguere bene: una cosa è la progettazione curricolare, tutt'altra cosa è procedere solo "per esperienza".

Anonimo ha detto...

Per favore, potete ingrandire lo schema di progettazione del curricolo? Grazie.

M.E.

Anonimo ha detto...

Interessante: questo blog sta diventatndo sempre più un luogo di discussione, di dialogo, di confronto.

Anonimo ha detto...

Non riesco ad aprire la bozza delle Indicazioni8 Nazionali. Potete semplificare la procedura da usare? Grazie.

Bruno ha detto...

Gentile anonimo/a delle 20,40, per accedere alla bozza delle indicazioni nazionali, è sufficiente nella colonna di destra della Home, sotto il titolo "LINS UTILI", cliccare su "Documenti della Consulta SCE e delle scuole paritarie SdC". Si accede così alla sezione documenti del blog, dove si individua(al momento è il primo link in alto a sx) la circolare MIUR del 31 maggio. Si apre quest'ultima, si scorre fino in fondo, alla voce "Allegato" e si clicca su "Scarica". Si accede così subito all'intera bozza. Non dovrebbe essere affatto difficile.

Anonimo ha detto...

Secondo voi la prova INVALSI serve ad accertare veramente le competenze raggiunte?

Antonio ha detto...

Las prova INVALSI secondo me prescinde dall'accertamento della formazione umana e sociale dell'individuo-alunno. Cerca soltanto di stabilire quali competenze ha sviluppato, ma le competenze non si possono accertare fino in fondo con dei quiz!

Anonimo ha detto...

Io le prove INVALSI kle trovo ben fatte
Forse però sono lontane dalla scuola reale.

Anonimo ha detto...

Certi quesiti lunedi scorso ci hanno lasciati sorpresi.

Bruno ha detto...

Il termine ultimo entro il quale inviare al MIUR proposte e commenti sulla bozza è il 30 giugno. Sarebbe opportuno per tutti affrettarsi e non perdere questa occasione.