martedì 9 ottobre 2012

LA FEDE: UN PRESUPPOSTO PERFINO NEGATO!...(e nelle nostre scuole...?)


   "Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato. Mentre nel passato era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra più essere così in grandi settori della società, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone. (Benedetto XVI, Motu proprio Porta fidei per l’indizione dell’anno della fede, 11 ottobre 2011, n. 2)

       L'affermazione netta e cruda del Papa ci interpella molto da vicino  in questa  vigilia dell'apertura dell'Anno della Fede sia come credenti sia come operatori di scuole cattoliche.
           Per quest'ultima dimensione  ci siamo date alcune indicazioni di massima (Cfr. thread del 28 luglio scorso su questo stesso blog) che, certo, non esauriscono affatto la preoccupazione di individuare modi, mezzi e soprattutto tempi giusti per realizzare anche all'interno delle nostre scuole dei percorsi  di evangelizzazione gradevoli ed efficaci in sintonia con quanto ci viene richiesto nel documento pontificio. Ci domandiamo però, alla luce dell'afffermazione di Benedetto XVI riportata in esordio, fino a qual punto siamo consapevoli della deriva e della "crisi di fede" in cui potrebbero versare molti dei nostri allievi e le rispettive famiglie.
        Non si equivochi! Non abbiamo la pretesa di trasformare le nostre scuole sic et simpliciter in scuole di evangelizzazione, ma sicuramente, sia pure in termini ampi e variegati, la missio ad gentes è anche missio ad discipulos, missio ad parentes, missio ad nos...!
        Non possiamo sottoutilizzare la grande portata evengelizzatrice di un'azione educativa seria, improntata ai valori dell'empatia gratuita, della pura  condivisione dei problemi personali di chi ci è affidato, della promozione umana come promozione degli ultimi e dei primi senza differenze aggiuntive, ma semmai...con molti valori aggiunti!
        Non possiamo rinunciare al ruolo di educatori cristiani e sempre più consapevoli, pur tra le immani difficoltà che siamo costretti ad affrontare ogni giorno, perchè magari "preoccupati delle conseguenze sociali, culturali e politiche del nostrio impegno...continuando a pensare alla fede come a un presupposto ovvio del vivere comune".
        E' un presupposto tutt'altro che scontato  sia all'interno delle nostre classi, sia all'interno dei nostri organi collegiali, anzi "spesso viene perfino negato"...!
      Essere  o diventare consapevoli di questo fenomeno, magari anche in modo non indolore.., potrebbe essere già una conquista.
        Le terapie verrebbero dopo: anzitutto il Vangelo e le Linee educative tracciate da Santa Giovanna Antida , subito dopo e  accanto ad essi la somministrazione quotidiana, e a dosi massicce, di tanta professionalità,  tanta preparazione pedagogica, tanta serietà di intenti, tanto coraggio e voglia di affrontare le situazioni problematiche, tanto dono di sè nella quotidiana dinamica educativa.
          E' una ricetta  proprio anacronistica?
          Buon Anno della Fede a tutti!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Forse èesagerato parlare di fede minimizzata nelle scuole paritarie cattoliche.