mercoledì 28 marzo 2012

«MARIA,PRIMA EDUCATRICE» La Vergine di Nazaret, «sapiente maestra di cristianesimo e di speranza affidabile».

A Maria di Nazareth, prima educatrice e icona viva cui si ispira tutto il cammino pedagogico tracciato da Santa Giovanna Antida, vogliamo dedicare la nostra riflessione iniziale su questo blog nascente, dopo la lettura delle "Linee educative" pubblicate nel precedente thread, che costituiscono un pilastro portante di tutta l'operatività della Consulta Scolastica e che vengono inserite nei "Documenti" che corredano questo blog.
   A Maria chiediamo vicinanza e aiuto  e sotto la Sua augusta protezione poniamo tutte le nostre riflessioni e i nostri propositi pedagogici e formativi.
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La Conferenza episcopale italiana, nel documento dal titolo “Educare alla vita buona del Vangelo”, ha presentato e proposto i suoi orientamenti pastorali , soffermandosi su un  tema oltre che importante,  assai urgente in quanto è sotto agli occhi di tutti la grande aporia educativa in cui versa, sotto diversi versanti, il nostro Paese.

 Dinanzi a questa vera e propria emergenza culturale, educazionale, sociale, religiosa ed ecclesiale, non rimane che dare fondo alla grande e indispensabile risorsa che è e rimane la persona e il Vangelo di Gesù Cristo, accolto come maestro, pedagogo e Signore. La strategia della Chiesa è e rimane, come dicevamo, Cristo e il suo Vangelo nella consapevolezza, asseriscono giustamente i vescovi italiani, che ad essi «sta a cuore la proposta esplicita e integrale della fede, posta al centro della missione che la Chiesa ha ricevuto dal Signore. Questa fede vogliamo annunciare, senza alcuna imposizione, testimoniando con gioia la bellezza del dono ricevuto, consapevoli che porta frutto solo quando è accolto nella libertà. Il Vangelo fa emergere in ognuno le domande più urgenti e profonde, permette di comprenderne l'importanza, di dare ordine ai problemi e di collocarli nell'orizzonte della vita sociale» (Educare alla vita buona del Vangelo, 4).

L'orizzonte della vita sociale del nostro Paese, come in altre realtà occidentali, appare sfibrato, cinicamente disincantato, dislocato, disorientato nel senso che non c'è un centro a cui guardare e a cui dirigersi in ordine a una "vita buona", nella «prospettiva di un umanesimo integrale e trascendente » …Cristo e il suo Vangelo sono la terapia d'urto, mediante una profonda e pertinace revisione della formazione ed educazione delle attuali generazioni, per riprenderci la vita buona e la speranza affidabile di cui abbiamo tutti bisogno. A Maria, madre del Signore, stella dell'evangelizzazione, sapiente maestra di cristianesimo e di speranza affidabile, i vescovi in unione con Benedetto XVI affidano questo impegnativo cammino dell'educazione integrale.

…Per un serio rilancio della comune corresponsabilità educativa da cui nessuno può estraniarsi per essere veramente solidale con le angosce e le speranze dell'umanità (Gaudium et spes, 1). In questo ci accompagnerà l'esemplare vicenda storica e la splendida icona teologale di Maria di Nazaret, donna che è stata educata, istruita e performata dalla Parola di Dio, riuscendo a dare senso pieno alla sua esistenza cristica e al suo servizio materno verso di noi risvegliando, in ogni persona di buona volontà e di responsabile libertà, «quella passione educativa, che è passione dell'"io" per il "tu", per il "noi", per Dio, e che non si risolve in una didattica, in un insieme di tecniche e nemmeno nella trasmissione di princìpi aridi » (Benedetto XVI ai vescovi italiani, 27 maggio 2010), ma che si incentra nella realizzazione della carità agapica, vero fondamento di una educazione integrale: orizzontale, pro hominibus; verticale, coram Deo…

In una società dai valori incerti è molto importante educare a coltivare i sani e congrui valori crocifissi da un certo e persistente nichilismo, "ospite inquietante" che si annida in tanti giovani e meno giovani della nostra contemporaneità: il "nichilismo", la parola nella quale si riassume, come in una cifra luciferina, l'intera crisi della cultura contemporanea: «Che cosa significa nichilismo? Che i valori supremi si svalutano » (Nietzsche).

Benedetto XVI nella sua lettera sull'emergenza educativa, non solo presenta lagnanze, fotografa la non facile situazione dell'aporia educativa-formativa in un "tempo di idoli" ed insieme in un "tempo infedele" come il nostro, ma da uomo e pastore esperto e responsabile propone la forma di una vera, sana ed attuale educazione; percorso che deve appassionare e coinvolgere tutti facendo leva:

1) sulla presenza amorevole e premurosa dell'educatore, nella consapevolezza che si educa l'altro/a donandosi sinceramente; 
2) sulla convinzione che anche la sofferenza fa parte della formazione educativa;
3) sull'incentivazione e alla comprensione dell'importante valore della disciplina (su cui insisteva tanto I. Kant nella sua pedagogia);
4) sull'autorevolezza pedagogica del formatore. L'educazione, lo si sa sin dall'antichità, è dovere ed è un investimento molto importante per ogni società civile e religiosa; occorre avere pazienza, passione, competenza e tenacia perché essa ripaga in termini umani, ideali, culturali e professionali. 

Gli ideali e i valori "dimenticati" o "oscurati" o "dismessi" e che vanno in modo nuovo riproposti alle giovani leve dell'umanità, richiedono, occorre ribadirlo, la presenza accanto ai giovani delle famiglie, delle comunità, degli educatori in genere, per non lasciarli soli e sostenerli nei momenti di difficoltà e delle scelte coraggiose.
(Salvatore M. Perella, osm - Dal Mensile mariano “Maria, madre di Dio”)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Rivolgersi alla Madonna come maestra ed educatrice sapiente e materna è sempre una mossa intelligente...

Anonimo ha detto...

In fondo la tenerezza educativa di una madre, quella di Maria, forse costituisce lo "stile educativo" più eterno ed efficace. Che ne dite?
G.

sr claudia ha detto...

L'amore è l'unica proposta educativa efficace
L'intervento del cardinal Giuseppe Betori al terzo ed ultimo appuntamento dei "Dialoghi in Cattedrale"

ROMA, venerdì, 30 marzo 2012 Si è concluso ieri, giovedì 29 marzo, il la stagione 2012 dei Dialoghi in cattedrale, i colloqui di riflessione culturale e spirituale nella Basilica di San Giovanni in Laterano, iniziati il 1° marzo di questo anno.

Al centro dei tre appuntamenti di marzo, il tema dell’educazione, affrontato ieri sera da una prospettiva diversa: quella del male. La proposta educativa di fronte al male è stato, infatti, oggetto delle riflessioni dei due illustri ospiti: Vittorino Andreoli, scrittore e psichiatra membro della World Psychiatric Association e il cardinal Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, intervenuto su La parola del Padre e la testimonianza di Gesù.
Sono confortata che da parti diverse si converga sulla preoccupazione educativa

Bruno ha detto...

Concordo, Sr Claudia, anche se sono convinto che la preoccupazione non deve rimanere fine a se stessa, ma deve essere sprone per un rinnovato fervore educativo.
I tempi ormai sono forse più che maturi in questo senso...

sr claudia ha detto...

"E' l'amore la sorgente di ogni atto educativo"
di Giuseppe Adernò
Trovo e Condivido sr claudia
ROMA, lunedì, 2 aprile 2012 (ZENIT.org) - Nell’iconografia del periodo pasquale, accanto ai simboli dell’Agnello Pasquale e del Cristo Risorto, ricorre spesso l’immagine di Gesù Buon Pastore, che tiene il braccio la pecorella smarrita o la trova tra le spine, oppure Gesù col bastone che bussa alla porta di una casa...
L’immagine del Buon Pastore, che oggi viene anche detto: “Bel Pastore”, costituisce l’icona dell’educatore cristiano. Le caratteristiche di attenzione di sensibilità pedagogiche e di relazione sono ben descritte nella parabola che diventa anche codice e regolamento di azione pedagogica.

Il Buon Pastore conosce le sue pecorelle, le chiama per nome, entra dalla porta, cammina avanti a loro, si ferma e torna indietro per aiutare la pecorella più lenta, la raccoglie tra le spine e la conduce all’ovile Egli dà la vita per le sue pecorelle e vuole che nessuna di esse vada perduta.

“Che non si perda nessuno di quelli che mi sono stati affidati” non è soltanto un’espressione evangelica, ma una regola pedagogica che non consente che ci siano degli studenti che restino indietro o che smarriscano la retta via.

Ciascuna delle notazioni che caratterizzano l’agire del Buon Pastore descrive un comportamento educativo, e diventano regola e norma di pedagogia di comunicazione

“E’ l’amore la sorgente di ogni atto educativo e il Buon Pastore con la sequenza dei gesti dell’ordinarietà detta le regole per l’educatore di oggi, docente, catechista e genitore.

Occorre oggi, in risposta all’emergenza educativa, tanta” passione “scaturita dalla consapevolezza di un bisogno urgente e prioritario” e dalla necessità di non far passare invano dei tempi preziosi dell’età evolutiva, che, una volta superati, comportano difficoltà maggiori di adattamenti e modifiche.

Insegnare ed educare non può essere considerato come un “mestiere”, bensì come una “vocazione e missione” ed in quanto tale comporta una risposta di assenso ad una proposta di invito che si inserisce nel “piano di Dio”. Afferma Cousinet: “ L’essenza della vocazione pedagogica consiste in una’urgente necessità interiore di trasmettere ad altri il proprio sapere , le personali esperienze fatte attraverso lo studio e le conquiste ottenute nel campo delle condotte morali e delle abitudini virtuose”.

L’azione educativa, dettata dal desiderio di promuovere dottrina, virtù e vitalità tra i giovani, va condotta con gioia e amore, secondo le giuste regole e con sincerità di intenzione.
Elemento primario dell’azione educativa è, infatti, il servizio alla verità in se stessa e quindi in Dio e poi il cercare la verità, meditarla, studiarla, penetrarla, e viverla. La fedeltà alla verità e ai valori, infatti, non si insegna, non passa dalla ripetizione di parole e formule ma si testimonia con la vita, espressione di un’adesione personale e convinta.

Nella scuola il bambino cresce
La dimensione alta dell’educazione consiste appunto per pensare oltre, guardare al domani, progettare il futuro, pensare in grande.

“Il compito più nobile di un educatore è quello di risvegliare i propri studenti nell’amore vivo, e di farli crescere in esso per orientarlo verso i migliori progetti”.

La pedagogia del Buon Pastore, che dà la vita per le sue pecorelle fondata sull’amore, ha le sue regole che producono attenzione, rispetto, cordialità, saggezza nella guida e fermezza nelle decisioni ed il dialogo educativo, che spesso si riduce ad un monologo, implica una particolare attenzione, come scriveva Gesualdo Nosengo: “Se tu rallenti i tuoi ragazzi si perdono, se ti siedi, essi si coricheranno, se tu dubiti essi si dispereranno; se, invece, vai avanti essi ti seguiranno, se tu studi essi ti imiteranno, se tu preghi essi saranno santi”.