La speranza di una ripresa generale della
scuola cattolica si deve coniugare con un rinnovato e serio impegno di tutti
all’alba del nuovo anno, che ci auguriamo registri per le nostre scuole
un’inversione di tendenza rispetto al 2012, anno in cui è nato anche questo
blog che, a oggi, conta in 8 mesi di vita, ben 8629 visite.
Buon anno a tutte le scuole cattoliche e a
tutti coloro che vi lavorano; buon anno a tutte le suore della Carità; buon
anno anche agli allievi e alle rispettive famiglie!
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Il 2012 è stato un altro anno durissimo per
tutte le scuole paritarie cattoliche,
confermando in gran parte la linea di tendenza registrata negli ultimi due
anni, un anno in cui ben 605 scuole paritarie
non hanno riaperto i battenti.
Se è vero infatti che la legge 62 del 2000, all’articolo 1 afferma che : «Il sistema
nazionale di istruzione (…) è costituito dalle scuole statali e dalle scuole
paritarie private e degli enti locali» e che, quindi «scuola pubblica» è sia
statale che paritaria e che, di rimando, la contrapposizione tra «pubblica» e
«private» non ha più motivo di essere o, meglio, è impropria nei termini, è
anche vero che i tagli agli aiuti a questo tipo di scuole sono diventati ormai
insostenibili.
A partire dalla legge 62, lo Stato si era
impegnato a sostenere le paritarie con uno stanziamento che si è sempre
aggirato intorno ai 530 milioni di euro l’anno. Un finanziamento già di per sé
sottostimato, ma comunque una risorsa. Nel 2009, tuttavia, questo sostegno è
stato dimezzato. Nel 2012 il taglio è rimasto inflessibile, nonostante gli
impegni presi a parole.
Se consideriamo che la spesa pubblica per
ogni allievo della statale è di 6.635 euro e che per un allievo della paritaria, invece,
l’erario eroga 661 euro (elaborazione Agesc) ci accorgiamo che il risparmio per
lo Stato è di 5.974 euro a studente, ovvero, in totale, di 6 miliardi e 334
milioni l’anno.
Le paritarie infatti sono in tutto 13.500, di cui circa 9
mila cattoliche o di ispirazione cristiana, frequentate da 727 mila studenti.
Spiccano per numero le scuole dell’infanzia, con 6.610 istituti e 443 mila
allievi. Vale a dire che in Italia due bambini su cinque di 3-6 anni scelgono
la scuola dell’infanzia cattolica . Molte meno sono le altre classi di scuole:
le superiori sono 621 istituti, con 61 mila studenti; le primarie (elementari)
sono 1.130, con 156 mila bambini. Le secondarie di I grado (medie), infine, sono
3.178, con 67 mila alunni.
L’aridità di queste cifre purtroppo si
coniuga benissimo con l’aridità della politica governativa anche verso le altre
necessità delle scuole (sia delle paritarie che delle statali): urgenza di
formazione del personale; imprescindibilità di direttive chiare e uniformi;
tempestività negli adempimenti a livello centrale (vds il grave ritardo con cui
è stato emanato il regolamento attuativo delle Nuove indicazioni nazionali per
la scuola dell’infanzia e del primo ciclo), sblindatura delle risorse europee
per un loro ottimale utilizzo da parte di tutte le scuole meritevoli, sia
statali che paritarie, in quanto, appunto tutte scuole pubbliche, ma
soprattutto reale volontà di sganciare la scuola da ogni forma possibile di
contraddizione o di condizionamento politico.