E' necessario più che mai tornare a riflettere e a intendersi sull'identità e sulla funzione della Scuola Cattolica pur nella convinzione (ci si augura pienamente condivisa da tutti) che essa è il luogo ideale per l’intreccio di alleanze educative, in cui riconciliare famiglie e nuove generazioni aperte alla fede cristiana, nella determinazione fondata e coraggiosa di poter vivere una vita buona anche in questo mondo e in questo tempo, purchè essa soddisfi almeno tre condizioni:
- qualità della proposta umana ed educativa nella logica di una scuola pubblica in grado di competere con tutte le altre proposte educative, sempre più idonea a richiamare l’attenzione di mondi sociali e culturali ben oltre i confini confessionali;
- struttura di comunità educante, rappresentata dalle figure degli adulti che vi operano, a cominciare dai docenti a finire coi genitori, consapevoli di giocare un ruolo di modello e non solo di svolgere una funzione;
- capacità di promuovere una cultura della libertà educativa che non sia rivendicazione di parte, ma difesa e promozione della persona a partire dalla tutela e dalla promozione della coscienza e della sua responsabilità nel dare pubblica attestazione della propria responsabilità non solo privata, ma personale e pubblica.
Ecco quanto scrive in proposito la Conferenza Episcopale Italiana, con
riferimento alla situazione attuale della scuola cattolica in Italia:
“La Chiesa è mandata ad annunciare e ad incarnare la Lieta Notizia che porta a compimento la piena dignità e la libertà dell'uomo. Per questo, essa è da sempre attenta e sollecita verso quelle esperienze ed istituzioni, nelle quali come accade nella scuola - prende forma l'umanità del domani e si delinea l'immagine di ciò che sarà il mondo futuro. Questo interessamento è più che mai motivato nel nostro tempo. Oggi, infatti, è largamente diffusa la percezione che la possibilità di riprendere in mano il corso degli avvenimenti, per dare ad essi un senso più giusto e fraterno, dipende dalla formazione di uomini dotati di responsabilità e di autonomia.
I cristiani perciò sono seriamente
impegnati a garantire nella scuola una presenza vivace ed incisiva, che sia
rispettosa della natura e delle diversità dell'ambiente in cui gli uomini
vivono. La partecipazione diventa un appello e un modo di essere ai quali non
ci si può sottrarre. Tocca infatti ai cristiani nella scuola, e quindi
soprattutto ai laici, dare vita ad una cultura e ad un'azione educativa che
promuovano la liberazione integrale della persona e suscitino dialogo e
comunione interpersonale. E così pure è compito delle Chiese locali attuare una
pastorale organica, per mezzo della quale sia sostenuta, coordinata e
verificata l'azione che i cristiani - personalmente o nelle varie forme
associative - svolgono all'interno delle istituzioni scolastiche.In questo modo
la scuola italiana potrà riconoscere nel Vangelo un impulso vitale e
costruttivo, per superare positivamente la crisi che ormai da tempo la
travaglia - come riflesso della più vasta crisi morale e sociale - e per
condurre a fioritura i germi della speranza che è pure possibile intravedere.
Non si può infatti non nutrire fiducia e
speranza guardando ad una realtà umana al centro della quale sono i bambini e i
giovani: nelle loro attese il futuro è già presente. In questo contesto, che
riguarda tutta la scuola italiana (statale e non), si colloca l'invito alla
Chiesa italiana a prendere seriamente in considerazione il problema della
Scuola Cattolica. Tale invito ha origine dalla chiara convinzione della
permanente validità della Scuola Cattolica e delle ragioni che la sostengono,
le quali si rivelano particolarmente significative nell'attuale momento storico
vissuto dalla Chiesa e dalla società civile, di cui la Chiesa condivide ansie e
speranze.
La situazione attuale della scuola
appare infatti caratterizzata - più che in altri momenti storici - da una
complessità di tensioni verso prospettive pedagogiche, culturali e sociali
rispondenti ad esigenze molto diverse e perfino contrastanti. È necessario
rendersi conto che questa situazione ha radici lontane nel tempo, così come è
necessario prendere atto che nessun serio rinnovamento della scuola sarà
possibile senza porre alla base sicuri riferimenti a progetti riguardanti
l'uomo, la libertà, la responsabilità, il senso della storia, della cultura e
della società.
Si riflette oggi sulla scuola, in modi più o meno evidenti, quella crisi culturale che nasce dal "conflitto di umanesimi" caratteristico del nostro tempo e delle società moderne. I cattolici, d'altra parte, sanno che le culture non sono indifferenti per la fede cristiana. Essi hanno una originale concezione dell'uomo, della sua natura, del suo destino, della persona e della società, che è insieme frutto di ragione e dono di rivelazione. Tale concezione costituisce il punto sicuro di riferimento della propria identità e li orienta nell'opera di revisione delle possibili ambiguità o dei disvalori provenienti dai diversi umanesimi.
In questo senso la Scuola Cattolica non ha soltanto da adempiere ad un compito educativo e didattico nei confronti dei propri alunni, ma è chiamata ad assolvere anche ad un compito di presenza attiva della "cultura cattolica" nel nostro tempo, per un confronto critico e costruttivo in vista della formazione integrale della persona umana e del bene comune della società. È anche a partire da questa realtà che si rivela feconda e significativa la presenza di strutture - quali la Scuola Cattolica - che sono esperienze di comunione e di collaborazione, nella diversità dei doni e dei servizi, e hanno la funzione di allargare spazi culturali ed educativi finalizzati ad una integrale promozione umana, in un contesto di libertà e di pluralismo. Specialmente in un tempo di crisi e di incertezza, non è utile a nessuno mettere a tacere voci e presenze dalle quali può venire un aiuto e un'indicazione per il cammino da fare.
Si riflette oggi sulla scuola, in modi più o meno evidenti, quella crisi culturale che nasce dal "conflitto di umanesimi" caratteristico del nostro tempo e delle società moderne. I cattolici, d'altra parte, sanno che le culture non sono indifferenti per la fede cristiana. Essi hanno una originale concezione dell'uomo, della sua natura, del suo destino, della persona e della società, che è insieme frutto di ragione e dono di rivelazione. Tale concezione costituisce il punto sicuro di riferimento della propria identità e li orienta nell'opera di revisione delle possibili ambiguità o dei disvalori provenienti dai diversi umanesimi.
In questo senso la Scuola Cattolica non ha soltanto da adempiere ad un compito educativo e didattico nei confronti dei propri alunni, ma è chiamata ad assolvere anche ad un compito di presenza attiva della "cultura cattolica" nel nostro tempo, per un confronto critico e costruttivo in vista della formazione integrale della persona umana e del bene comune della società. È anche a partire da questa realtà che si rivela feconda e significativa la presenza di strutture - quali la Scuola Cattolica - che sono esperienze di comunione e di collaborazione, nella diversità dei doni e dei servizi, e hanno la funzione di allargare spazi culturali ed educativi finalizzati ad una integrale promozione umana, in un contesto di libertà e di pluralismo. Specialmente in un tempo di crisi e di incertezza, non è utile a nessuno mettere a tacere voci e presenze dalle quali può venire un aiuto e un'indicazione per il cammino da fare.
Con questo documento si intende anche
manifestare apprezzamento e solidarietà a tutti coloro, uomini e donne, consacrati e laici, che nella scuola, e in particolare nella Scuola Cattolica, offrono quotidianamente il loro servizio, tra difficoltà sempre crescenti e spesso anche senza vedere adeguatamente riconosciuta la loro fatica. I Vescovi sono pienamente consapevoli dei problemi assillanti che vengono posti oggi alle Scuole Cattoliche, soprattutto sul piano organizzativo, normativo ed economico, fino al punto da suggerire non di rado l'ipotesi di abbandonare il campo e di assumere altri servizi.
Essi si augurano, quindi, che questo documento sia, per tutte le Scuole Cattoliche e per tutte le Chiese che sono in Italia, un motivo per sostenerne l'impegno e per suscitare solidarietà e nuova fiducia.”
manifestare apprezzamento e solidarietà a tutti coloro, uomini e donne, consacrati e laici, che nella scuola, e in particolare nella Scuola Cattolica, offrono quotidianamente il loro servizio, tra difficoltà sempre crescenti e spesso anche senza vedere adeguatamente riconosciuta la loro fatica. I Vescovi sono pienamente consapevoli dei problemi assillanti che vengono posti oggi alle Scuole Cattoliche, soprattutto sul piano organizzativo, normativo ed economico, fino al punto da suggerire non di rado l'ipotesi di abbandonare il campo e di assumere altri servizi.
Essi si augurano, quindi, che questo documento sia, per tutte le Scuole Cattoliche e per tutte le Chiese che sono in Italia, un motivo per sostenerne l'impegno e per suscitare solidarietà e nuova fiducia.”
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