In Pakistan a settimana scorsa i taleban
hanno sparato alla testa a Malala Yousafzai. Malala è una ragazzina di 14 anni
che, a quanto riportano i media, ha mostrato un irriducibile amore per lo
studio: per sè e per le ragazze come lei. I taleban hanno considerato questa
attività come una minaccia al loro stile di vita e alla prevalenza della loro
ideologia. Perciò hanno deciso di uccidere la quattordicenne, affinché servisse
da esempio alle altre.
Paradossalmente il Pakistan, malgrado le
terribili ideologie imperanti, malgrado i suoi riti e i suoi bagni di sangue, è
forse più evoluto della nostra terra e
della nostra scuola , dove una Malala non la trovi a peso d’oro:
Scuola italiana(statale e paritaria) 2012:
lo studio da parte dei ragazzi e delle ragazze è al 90 % conformismo e
consuetudine, è solo viaggio imbellettato da e per la scuola, un’improbabile
scuola dopo gli ultimi decisivi colpi assestatile dai Piani Regionali di
dimensionamento scolastico , che hanno
partorito orribili mostri, e dopo
le stoccate del ministro Profumo che ha ulteriormente impoverito o spazzato via
quel poco che restava nell’economia dell’ istruzione, specialmente nelle scuole
paritarie. Una scuola povera, inerme, inutile, che alimenta ritualità
ripetitive, che parla di curriculum e continua a insegnare disordinati
contenuti scimmiottati soltanto dai costosissimi libri di testo. Una scuola
statale che si abbevera abbondantemente ai fondi europei per
improbabilissimi progetti ai fondi europei, ma non riesce a creare una cultura, una dimensione altermativa alla
mentalità consumistico-mafiosa di
sempre. Una scuola paritaria che, pur non potendosi assolutamente abbeverare
agli stessi fondi, tende comunque a riprodurre pedantemente gli errori, le inadempienze e le stereotipie della scuola
statale.
Vorremmo nella nostra Scuola italiana non una, ma cento, mille Malale, certamente
non per sparare loro addosso o per
delegare loro ciò che noi adulti non siamo riusciti e non riusciamo a costruire
perché non ne abbiamo voglia, ma per
svegliare gli adolescenti e i giovani di questa Italia spendacciona e arrogante
, suonare loro la tromba dell’anticonformismo contro il conformismo
delinquenziale sempre più sfacciato, organizzarli a chiedere i loro diritti e
tra tutti soprattutto quello di studiare, studiare, studiare sul serio!
Vogliono
almeno le Chiese particolari per un momento scendere dai loro rituali
convegnistici e avvicinarsi realmente alle ferite di questa terra? In chiusura
del mese missionario forse potremmo tutti almeno assumere consapevolezza che la
terra di missione ( la nostra stessa scuola e le famiglie che gravitano intorno
ad essa) ce l’abbiamo sotto il naso, perché è terra di sopruso, di mille
povertà, terra di dominio protervo di potentati ormai evidentissimi , ma
che ci si ostina, malgrado tutto, ancora
a non vedere.
2 commenti:
Questi ragazzi che ci sono affidati sono sempre più poveri dentro e hanno bisogno di aiuto. Aiutiamoli a capire il mondo in cui vivono e a farsi annunciatori di Cristo.
Io non credo che questi ragazzi siano poveri "dentro", ma sicuramente hanno bisogno di aiuto perchè stanno crescendo in una società dominata dal dio denaro e dagli imbrogli.
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