A oggi, dopo quasi 5 mesi di operatività, possiamo contare in 4910 le visite a questo blog , nato il 20 marzo scorso sulla scia di un bisogno di comunicazione espresso appena qualche giorno prima nell’incontro inaugurale e costitutivo della Consulta Scuola ed Educazione delle Suore della Carità, riunitasi a Roma (Vd, verbale della riunione nel link “Documenti del blog”).
Un primo traguardo che in piena umiltà ci proietta da un lato verso la grande festa mariana di metà agosto, facendoci puntare lo sguardo e il cuore verso Maria, la prima grande educatrice di Nazareth, ma che, al contempo, ci interroga ancora e con insistenza sul ruolo reale, sull’identità forte di educatori e di educatrici di chi vuole realmente operare secondo il carisma delle Suore della Carità, in mille aule e in mille strade del mondo.
In effetti “…le persone che si dedicano ad una missione così interessante e delicata quale è l’educazione, secondo Giovanna Antida, devono possedere le seguenti qualità: dei comportamenti irreprensibili, una condotta esemplare, una adeguata preparazione culturale, un carattere dolce e ad un tempo fermo e costante; uno spirito solido, una onestà provata, uno zelo evidente, una saggia pietà, il talento di comunicare il sapere (cfr. R. 1820, p. 275).
Oggi non è più possibile, però, pensare all'azione educativa come patrimonio e terreno del singolo educatore…c’è la necessità di procedere in modo progettuale, elaborando percorsi educativi condivisi, verificandoli con regolarità per renderli sempre più ‘a misura’ delle persone che ne sono destinatarie.
Da ciò la necessità di un cambio radicale di prospettiva sui ‘soggetti dell'educazione’. Il primo ed il più importante è che l'educando venga collocato al centro del sistema formativo. La conseguenza è evidente. Il soggetto dell'educazione è la persona stessa di colui che apprende. L'educatore diventa l'animatore che conduce all'autoformazione, apre l'accesso al mondo reale anziché trasmettere informazioni. Fa da mediatore tra l'educando e la massa delle informazioni. E' importante allora per noi educatori, non perdere mai il contatto con la realtà del territorio in cui viviamo, prima di tutto con la Chiesa locale.” (Dalle “Linee guida” sul carisma educativo, riportate integralmente nel link “Documenti del blog”)
Ma non basta : educare, secondo Giovanna Antida, è soprattutto aiutare , « …promuovere la gioventù per ‘trarla dall’ignoranza e dal vizio’, con un progetto: la scuola ;con un programma d’insegnamento progressivo per ogni classe e metodi pedagogici adeguati ;una formazione pratica al buon ordine, al lavoro, alla pulizia, all’educazione umana; la formazione morale e spirituale unita alla preoccupazione che gli alunni partecipino al catechismo nelle parrocchie. "A misura che cresce la loro ragione, e che essi penetrano nella scienza della Religione, si porteranno più addentro in questa scienza salutare, ma dolcemente, ed a gradi senza sopraccaricarli, né cagionare loro tedio ed abborrimento, opprimendoli, se posso esprimermi così, con lunghi e stancanti discorsi …spesso una parola inserita con destrezza in una occasione favorevole per mezzo di dolci ed insinuanti maniere, eccita la curiosità del fanciullo e fa sopra di lui più impressione di tutto ciò che apparisce studiato, recato ad arte ed in particolare di ciò che sia lungo ." Una organizzazione seria : con registri in cui sono indicati i nomi e gli indirizzi, i motivi delle assenze e la frequenza assidua della scuola. Educatori ed educatrici qualificate:,”… che parlino poco in classe… che correggano con prudenza, giustizia, con la preoccupazione di educare rispettando la coscienza con dolcezza, se possibile… con atteggiamenti dolci fermi e costanti>> (Dalle note di presentazione riportate sul sito web delle Suore della Carità).
Un’ennesima lezione, suadente, ma ferma...da riponderare subito e sul serio!
4 commenti:
Una sprone per tutti veramente utile.
Vale sempre l'antica regola. Se non abbiamo qualcosa da dare, cosa possiamo dare?
Ogni tanto fa bene ritornare alle origini e...essere spinti da qualcuno a tornare alle origini...altrimenti rischiamo di smarrirci.
A che punto sono le Indicazioni Nazionali nuove?
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