Sono giorni “caldi” per la somministrazione e la regolare effettuazione delle cd. “Prove INVALSI” per molti dei nostri allievi e delle nostre classi ed è, come sempre, un miracolo di solerzia, di operosità, di attenzione “pulita” quello che si compie nelle paritarie per dare il meglio di sé anche in queste occasioni. E non solo in esse, se è vero che queste prove tendono ad accertare non solo la quantità, ma soprattutto la qualità del lavoro svolto a pro dello sviluppo delle competenze degli allievi nell’arco dei mesi e degli anni.
Una giusta dimostrazione di valore pretesa anche dalla scuole paritarie ed a cui le nostre scuole paritarie si sottopongono ben volentieri, con la semplicità, ma anche con la sicurezza, di chi sa di dare e vuole dare il meglio ai propri allievi ogni giorno.
Ma dietro a tutto c’è, ancora una volta, un fondo di amarezza: il dover constatare che mentre la scuola statale, e in particolare quella del Meridione, fruisce, a tutti i livelli, di una pioggia di fondi europei che, se ben utilizzati, possono tornare di grande utilità per una seria crescita degli allievi, la scuola paritaria deve fare a meno di tali fondi, come se non si ponesse come scuola pubblica e scuola organica e funzionale all’Europa.
Ci si chiede di sottoporci ANCHE a queste valutazioni, ma ci si nega ancora il diritto a una progettualità SANA, PARSIMONIOSA, EFFICACE, come lo stile di Santa Giovanna Antida ci indurrebbe a fare ANCHE nell’utilizzo di risorse europee legate ai P.O.R. e ai P.O.N….
… se solo ce lo si consentissse!
2 commenti:
E' la purissima verità e avete fatto bene a dirla.
Si, è vero. Se gli alunni delle nostre scuole fanno fare bella figura alla scuola per i risultati invalsi, certo non è per le risorse che ci hanno dato e che ci danno.
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