sabato 31 agosto 2013

SUL MODELLO DELLE SUORE DELLA CARITA’/ INSEGNANTI , SEMPRE PIU’ ANZIANE , MA SEMPRE GIOVANI, AUGURI A TUTTI PER IL NUOVO ANNO SCOLASTICO


    In questa vigilia ormai  brevissima  che ci separa dall’ inizio del nuovo anno scolastico, un anno sicuramente importante per le novità che apporta,  voglio ripensare e proporvi le icone delle tante suore anziane che in altrettante aule fra qualche giorno torneranno ad entrare col fruscio silenzioso delle loro vesti nere o grigie o avana, ma sempre candide com’è nitido tutto il loro essere, per accogliere  gli alunni loro affidati , e col sorriso sulla bocca e gli acciacchi degli anni sempre più a stento repressi.

     
    Sono loro, e non solo amministrativamente, la linfa vitale di tante, quasi tutte le scuole paritarie della Congregazione, coloro che alimentano giorno per giorno con sacrificio e costanza, con coraggio e parsimoniosa ricchezza di cuore e di intelletto  ogni nuova strategia pedagogica, ogni progetto, ogni azione educativa. 

    Sono loro che affiancano e spesso sorreggono gli insegnanti laici nelle stesse scuole, con la discrezione e la delicatezza di chi non si erge mai al di spora degli altri, ma agli altri sembra chiedere  quasi sempre aiuto , consigli e risorse. 


           


           Sono loro che attraversano le mille  incomprensioni quotidiane sussurrando sulle labbra, anche nelle prove più dure,  una preghiera e un sorriso, senza scomporsi e senza rimproverare  nulla a nessuno , perchè la  "Carità cristiana ... abbraccia tutti i tempi, tutti i luoghi e tutte le persone senza distinzione di età, di sesso, né di condizione…" (Reg. 1820, 2a parte).

           Sono ancora loro le prime ad accogliere le novità procedurali e didattiche introdotte dagli organi di governo delle scuole nei vari paesi e nelle varie dimensioni culturali e a farle proprie, a farle diventare patrimonio comune in ogni scuola affinchè ogni scuola abbia e dia il meglio nello spirito più genuino della Fondatrice.


     Sono loro a proporsi ogni giorno per colmare ogni lacuna , ogni falla, con quello spirito di gratuità e di servizio che rende spesso sovrabbondante il Bene anche là dove sembra prosperare e averla vinta il Male.

     Sono loro che ti sorreggono con lo sguardo e con la preghiera nascosta quando stenti nelle situazioni  educative più difficili...

    

      

    A loro, a queste suore  che rimarranno sempre giovani di cuore e di mente ed a cui dobbiamo veramente  tanto,  il nostro       GRAZIE  più sincero e attraverso di loro l’augurio di
  
  BUON ANNO SCOLASTICO 2013/2014 A TUTTI!

lunedì 19 agosto 2013

RIFACCIAMO IL PUNTO SULLE COMPETENZE NEL QUADRO DELLE NUOVE INDICAZIONI NAZIONALI PER SCUOLA DELL’INFANZIA E I CICLO PRONTE AD ESSERE APPLICATE



Se è vero che la formale approvazione definitiva per le Indicazioni Nazionali relative alla Scuola dell’Infanzia e al I ciclo, essendo intervenuta  soltanto nel febbraio scorso, non poteva imporne un’applicazione controversa a metà anno scolastico, è pur vero che ,a partire dal I settembre prossimo, i nuovi percoprsi di lavoro non potranno essere assolutamente disattesi da nessuno.
    In tale prospettiva un ripensamento e una riflessione sul significato delle competenze si impone con urgenza e ci interpella direttamente!

Il contesto

Nella Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 sono state enunciate in maniera definitiva le otto competenze chiave per la cittadinanza europea:


"Le competenze sono definite in questa sede alla stregua di una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini appropriate al contesto. Le competenze chiave sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione. Il quadro di riferimento delinea otto competenze chiave:

  1. Comunicazione nella madrelingua
  2. Comunicazione nelle lingue straniere
  3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia
  4. Competenza digitale
  5. Imparare ad imparare
  6. Competenze sociali e civiche
  7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità
  8. Consapevolezza ed espressione culturale

   Le competenze chiave sono considerate ugualmente importanti, poiché ciascuna di esse può contribuire a una vita positiva nella società della conoscenza. Molte delle competenze si sovrappongono e sono correlate tra loro: aspetti essenziali a un ambito favoriscono la  competenza in un altro. La competenza nelle abilità fondamentali del linguaggio, della lettura, della scrittura e del calcolo e nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) è una pietra angolare per l’apprendimento, e il fatto di imparare a imparare è utile per tutte le attività di apprendimento. Vi sono diverse tematiche che si applicano nel quadro di riferimento: pensiero critico,creatività, iniziativa, capacità di risolvere i problemi, valutazione del rischio, assunzione di decisioni e capacità di gestione costruttiva dei sentimenti svolgono un ruolo importante per tutte e otto le competenze chiave."

 Solo in un momento successivo  il Parlamento europeo ha definito anche i concetti di conoscenza, abilità e competenza:

Conoscenze: risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative ad un settore di lavoro o di studio. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche;

Abilità: indicano le capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l’uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) o pratiche (comprendenti l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti);

Competenze: comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia."

    Dunque le competenze, volendo schematizzare, sono il risultato della sintesi di   conoscenze e abilità  con  capacità ed esperienze personali, attitudini, atteggiamenti, motivazioni, bisogni.

Le competenze  nella scuola italiana  e nelle Nuove Indicazioni Nazionali

   Nella scuola italiana il concetto di competenza entra a partire dal 2000 (riforma Berlinguer – De Mauro), e viene definitivamente “codificato” dal D.M. n. 139 del 22 agosto 2007 che introduce nuove indicazioni nazionali (di natura sperimentale) per il secondo ciclo e obbligo d’istruzione fino a sedici anni.

    Nelle Nuove Indicazioni Nazionali formalizzate nel febbraio scorso  si chiarisce  che "il sistema scolastico italiano assume come orizzonte di riferimento verso cui tendere il quadro delle competenze chiave dell’apprendimento permanente definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea (…). Queste sono il punto di arrivo odierno di un vasto confronto scientifico e culturale sulle competenze utili per la vita al quale l’Italia ha attivamente partecipato. L’impegno a far conseguire tali competenze a tutti i cittadini europei di qualsiasi età, indipendentemente dalle caratteristiche proprie di ogni sistema scolastico nazionale, non implica da parte degli Stati aderenti all’Unione europea l’adozione di ordinamenti e curricoli scolastici conformi a uno stesso modello. Al contrario, la diversità di obiettivi specifici, di contenuti e di metodi di insegnamento, così come le differenze storiche e culturali di ogni paese, pur orientati verso le stesse competenze generali, favoriscono l’espressione di una pluralità di modi di sviluppare e realizzare tali competenze. Tale processo non si esaurisce al termine del primo ciclo di istruzione, ma prosegue con l’estensione dell’obbligo di istruzione nel ciclo secondario e oltre, in una prospettiva di educazione permanente, per tutto l’arco della vita. Nell’ambito del costante processo di elaborazione e verifica dei propri obiettivi e nell’attento confronto con gli altri sistemi scolastici europei, le Indicazioni Nazionali intendono promuovere e consolidare le competenze culturali basilari e irrinunciabili tese a sviluppare progressivamente, nel corso della vita, le competenze-chiave europee."

     Nel testo delle Nuove Indicazioni si giunge quindi a determinare il Profilo delle competenze dello studente al termine del primo ciclo che è fondatop sulle  otto competenze chiave europee declinate all’interno del curriculum di studi della scuola italiana.

    Tale  Profilo, diviene dunque un obiettivo imprescindibile nella creazione di obiettivi e traguardi di insegnamento-apprendimento.

Le tappe  e i traguardi per lo sviluppo delle competenze

     Il  profilo viene poi puntualizzato in tappe e  in traguardi per lo sviluppo delle competenze (disciplinari), da conseguire al termine della scuola d’infanzia, della scuola primaria, del terzo anno della scuola secondaria di primo grado: "i traguardi rappresentano dei riferimenti ineludibili per gli insegnanti, indicano piste culturali e didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale dell’allievo. Nella scuola del primo ciclo i traguardi costituiscono criteri per la valutazione delle competenze attese e, nella loro scansione temporale, sono prescrittivi, impegnando così le istituzioni scolastiche affinché ogni alunno possa conseguirli, a garanzia dell’unità del sistema nazionale e della qualità del servizio."




mercoledì 14 agosto 2013

NON SGRIDARMI ! NON SO PREGARE...Il ritorno a Maria Regina dei più piccoli e dei più poveri delle nostre scuole

    Speciale e stupenda  la festa di Maria Santissima Assunta in cielo, cui ci vogliamo rivolgere ancora una volta attraverso gli occhi e il cuore dei più piccoli e dei più poveri delle nostre scuole cattoliche.
   E piccoli e poveri siamo tutti, nessuno escluso, nel momento in cui pensiamo di risolvere tutti i problemi confidando esclusivamente nell'uomo, senza ricorrere lontanamente a quel porto sicuro che è la Madre Santa.
   A Lei stasera ci rivolgiamo con le struggenti  parole di Herman Hesse e di un anonimo, illustrate dai link dei canti mariani più belli:


Non sgridarmi! Non so pregare,
voglio solo, passando innanzi,
salire i tuoi gradini
e vedere i tuoi occhi.

C'e un puro splendore
sulla tua fronte, che mi colma di gioia:
l'ho così spesso adornata di corone
nel tempo della mia fanciullezza.

Senza ornamento e splendore di perle
lasciami deporre sui gradini,
muto implorando la tua 

benedizione,
l'appassita corona della mia giovinezza.

Lotte, strade, ferite innumeri,
non gustate aspre vittorie
di guerre combattute senza gloria
trovano stanche ora la meta.

             (Canti a Maria, di Herman Hesse)

_____ 
Ritorno stanco a te, Maria
nell'ora in cui i tuoi occhi
cominciano a guardare
dall'Alto
questa terra che hai amato
da figlia e  sposa,
poi mamma gioiosa e addolorata,
e con Amore più grande
continui a inondarla 
del Tuo sguardo
e della Tua  premura...
                                                                (Anonimo)


Buona festa di Maria Santissima Assunta a tutti!

giovedì 8 agosto 2013

SOFFERMANDOCI ANCORA SUL REALE IDENTIKIT DELLA SCUOLA CATTOLICA...





      E' necessario più che mai tornare a riflettere e a intendersi sull'identità e sulla funzione della Scuola Cattolica pur nella convinzione (ci si augura pienamente condivisa da tutti) che essa è il  luogo ideale per l’intreccio di alleanze educative, in cui riconciliare famiglie e nuove generazioni aperte alla fede cristiana, nella determinazione fondata e coraggiosa di poter vivere una vita buona anche in questo mondo e in questo tempo, purchè essa soddisfi  almeno  tre  condizioni:

  • qualità della  proposta umana ed educativa  nella logica di una scuola pubblica in grado di competere con tutte le altre proposte educative, sempre più idonea a richiamare l’attenzione di mondi sociali e culturali ben oltre i confini confessionali;
  • struttura di  comunità  educante, rappresentata dalle figure degli adulti che vi operano, a cominciare dai docenti a finire coi genitori, consapevoli di giocare un ruolo di modello e non solo di svolgere una funzione;
  • capacità di promuovere una cultura della libertà educativa che non sia rivendicazione di parte, ma difesa e promozione della persona a partire dalla tutela e dalla promozione della coscienza e della sua responsabilità nel dare pubblica attestazione della propria responsabilità non solo privata, ma personale e pubblica.

      Ecco quanto scrive in proposito la Conferenza Episcopale Italiana, con riferimento alla situazione attuale della scuola cattolica in Italia:


      “La Chiesa è mandata ad annunciare e ad incarnare la Lieta Notizia che porta a compimento la piena dignità e la libertà dell'uomo. Per questo, essa è da sempre attenta e sollecita verso quelle esperienze ed istituzioni, nelle quali come accade nella scuola - prende forma l'umanità del domani e si delinea l'immagine di ciò che sarà il mondo futuro. Questo interessamento è più che mai motivato nel nostro tempo. Oggi, infatti, è largamente diffusa la percezione che la possibilità di riprendere in mano il corso degli avvenimenti, per dare ad essi un senso più giusto e fraterno, dipende dalla formazione di uomini dotati di responsabilità e di autonomia.

      I cristiani perciò sono seriamente impegnati a garantire nella scuola una presenza vivace ed incisiva, che sia rispettosa della natura e delle diversità dell'ambiente in cui gli uomini vivono. La partecipazione diventa un appello e un modo di essere ai quali non ci si può sottrarre. Tocca infatti ai cristiani nella scuola, e quindi soprattutto ai laici, dare vita ad una cultura e ad un'azione educativa che promuovano la liberazione integrale della persona e suscitino dialogo e comunione interpersonale. E così pure è compito delle Chiese locali attuare una pastorale organica, per mezzo della quale sia sostenuta, coordinata e verificata l'azione che i cristiani - personalmente o nelle varie forme associative - svolgono all'interno delle istituzioni scolastiche.In questo modo la scuola italiana potrà riconoscere nel Vangelo un impulso vitale e costruttivo, per superare positivamente la crisi che ormai da tempo la travaglia - come riflesso della più vasta crisi morale e sociale - e per condurre a fioritura i germi della speranza che è pure possibile intravedere.

      Non si può infatti non nutrire fiducia e speranza guardando ad una realtà umana al centro della quale sono i bambini e i giovani: nelle loro attese il futuro è già presente. In questo contesto, che riguarda tutta la scuola italiana (statale e non), si colloca l'invito alla Chiesa italiana a prendere seriamente in considerazione il problema della Scuola Cattolica. Tale invito ha origine dalla chiara convinzione della permanente validità della Scuola Cattolica e delle ragioni che la sostengono, le quali si rivelano particolarmente significative nell'attuale momento storico vissuto dalla Chiesa e dalla società civile, di cui la Chiesa condivide ansie e speranze.

        La situazione attuale della scuola appare infatti caratterizzata - più che in altri momenti storici - da una complessità di tensioni verso prospettive pedagogiche, culturali e sociali rispondenti ad esigenze molto diverse e perfino contrastanti. È necessario rendersi conto che questa situazione ha radici lontane nel tempo, così come è necessario prendere atto che nessun serio rinnovamento della scuola sarà possibile senza porre alla base sicuri riferimenti a progetti riguardanti l'uomo, la libertà, la responsabilità, il senso della storia, della cultura e della società.
Si riflette oggi sulla scuola, in modi più o meno evidenti, quella crisi culturale che nasce dal "conflitto di umanesimi" caratteristico del nostro tempo e delle società moderne. I cattolici, d'altra parte, sanno che le culture non sono indifferenti per la fede cristiana. Essi hanno una originale concezione dell'uomo, della sua natura, del suo destino, della persona e della società, che è insieme frutto di ragione e dono di rivelazione. Tale concezione costituisce il punto sicuro di riferimento della propria identità e li orienta nell'opera di revisione delle possibili ambiguità o dei disvalori provenienti dai diversi umanesimi.

       In questo senso la Scuola Cattolica non ha soltanto da adempiere ad un compito educativo e didattico nei confronti dei propri alunni, ma è chiamata ad assolvere anche ad un compito di presenza attiva della "cultura cattolica" nel nostro tempo, per un confronto critico e costruttivo in vista della formazione integrale della persona umana e del bene comune della società. È anche a partire da questa realtà che si rivela feconda e significativa la presenza di strutture - quali la Scuola Cattolica - che sono esperienze di comunione e di collaborazione, nella diversità dei doni e dei servizi, e hanno la funzione di allargare spazi culturali ed educativi finalizzati ad una integrale promozione umana, in un contesto di libertà e di pluralismo. Specialmente in un tempo di crisi e di incertezza, non è utile a nessuno mettere a tacere voci e presenze dalle quali può venire un aiuto e un'indicazione per il cammino da fare.

      Con questo documento si intende anche
manifestare apprezzamento e solidarietà a tutti coloro, uomini e donne, consacrati e laici, che nella scuola, e in particolare nella Scuola Cattolica, offrono quotidianamente il loro servizio, tra difficoltà sempre crescenti e spesso anche senza vedere adeguatamente riconosciuta la loro fatica. I Vescovi sono pienamente consapevoli dei problemi assillanti che vengono posti oggi alle Scuole Cattoliche, soprattutto sul piano organizzativo, normativo ed economico, fino al punto da suggerire non di rado l'ipotesi di abbandonare il campo e di assumere altri servizi.
Essi si augurano, quindi, che questo documento sia, per tutte le Scuole Cattoliche e per tutte le Chiese che sono in Italia, un motivo per sostenerne l'impegno e per suscitare solidarietà e nuova fiducia.”

giovedì 1 agosto 2013

Dal TFA (Tirocinio Formativo Attivo) al PAS (Percorso abilitante speciale): una nuova chanche per i docenti non ancora abilitati.

           Il 30 luglio scorso    la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il Dm n. 58 del 25 luglio 2013  (cliccare sopra il n. del Dm per aprirlo e per consultarlo integralmente):diventa  così realmente ufficiale la trasformazione del Tfa speciale in Pas, percorsi abilitanti speciali. Dunque, teoricamente, già da oggi è possibile iscriversi in via telematica, ricordiamo che è l’unico modo possibile, presso la piattaforma del Miur. Vediamo nello specifico quali sono i parametri per poter prendere parte a questa nuova chance di abilitazione all’insegnamento e di inserimento definitivo nella scuola.

  Possono accedere alTFA speciale i docenti senza la specifica abilitazione (cioè per la classe di concorso o posto di insegnamento richiesto) che abbiano prestato, a decorrere dall’a.s. 1999/2000 fino all’a.s. 2011/2012 incluso, almeno tre anni di servizio, con il possesso del prescritto titolo di studio, in scuole statali, paritarie ovvero nei centri di formazione professionale limitatamente ai corsi accreditati dalle Regioni per garantire l’assolvimento dell’obbligo scolastico a decorrere dall’a.s. 2008/2009.
   
              Bisogna ricordare però che nelle more della revisione dei requisiti di accesso relativi al servizio, gli aspiranti potranno dichiarare anche i servizi relativi all’anno scolastico 2012/13, ad eccezione dei docenti in servizio con rapporto di lavoro a tempo indeterminato in qualsiasi ordine e grado di scuola statale (per i quali rimane la possibilità di conseguire l’abilitazione o l’idoneità con il TFA ordinario). E’ altresì possibile partecipare ad uno solo dei corsi speciali previsti dall’art. 15 comma 1bis del D.M. n. 249/2010 (i docenti in possesso dei requisiti per più classi di concorso dovranno sceglierne solo una). Sarà possibile conseguire altre abilitazione con il TFA ordinario.
                  I titoli di studio di cui è necessario essere in possesso per accedere ai percorsi formativi speciali sono i seguenti; scuola dell’Infanzia, diploma di scuola magistrale o di istituto magistrale o di titolo di studio sperimentale dichiarato equivalente, conseguiti entro l’a.s. 2001/2002. In particolare, il titolo sperimentale, per essere valido titolo di accesso, deve essere riconducibile al Diploma di Maturità Magistrale con apposita dicitura sul Diploma stesso o, in assenza di tale dicitura, l’equivalenza a diploma magistrale deve risultare dal decreto autorizzativo della sperimentazione per l’Istituto ove il titolo è stato conseguito.
Scuola Primaria, diploma di istituto magistrale o di titolo di studio sperimentale dichiarato equivalente, conseguiti entro l’a.s. 2001/2002. In particolare, il titolo sperimentale, per essere valido, deve essere riconducibile al Diploma di Maturità Magistrale con apposita dicitura contenuta nel Diploma stesso o, in assenza di tale dicitura, l’equivalenza a diploma magistrale deve risultare dal decreto autorizzativo della sperimentazione per l’Istituto ove il titolo è stato conseguito.
Scuola Secondaria, titoli di studio previsti dal D.M. 30 gennaio 1998 n. 39 ) Tabelle A, C e D), dal D.M. 9 febbraio 2005 n. 22 e dal D.M. 6 agosto del 1999 n. 201. Va ricordato che la frequenza ai percorsi abilitanti non è compatibile con la frequenza di corsi universitari che si concludano con il rilascio di titoli accademici, ivi compresi i percorsi di cui al D.M. 249/2010.
La domanda di partecipazione ai percorsi formativi speciali, a pena di esclusione, deve essere inoltrata per una sola Regione, a scelta dell’aspirante, e per una sola tipologia di posto o classe di concorso di cui alle tabelle A, C e D del D.M. 39/1998 e del D.M. 6 agosto del 1999 n. 201 (classe di concorso A077). L’istanza deve essere trasmessa all’Ufficio Scolastico Regionale della regione prescelta e l’interessato dovrà dichiarare espressamente di essere disposto a garantire sia l’espletamento del servizio che la frequenza dei corsi. La procedura di iscrizione avviene esclusivamente on line.
                Gli Uffici Scolastici Regionali sono deputati alla verifica del possesso dei requisiti per accedere ai corsi speciali e compilano l’elenco degli ammessi da pubblicare sul sito Internet e da trasmettere agli Atenei e alle Istituzioni A.F.A.M. per i successivi adempimenti di competenza.
               Oltre al difetto dei requisiti, costa l’esclusione la domanda prodotta fuori termine e in modalità diversa da quella telematica.  Successivamente, i Direttori Regionali, d’intesa con gli Atenei e le Istituzioni A.F.A.M. provvedono ad assegnare i candidati alle varie sedi individuate nei rispettivi territori per l’attivazione dei corsi.
             E’ valutabile il servizio prestato nell’
anno scolastico,ossia quello corrispondente ad un periodo di almeno 180 giorni ovvero quello valutabile come anno di servizio intero, ai sensi dell’art. 11, comma 14, della legge 3 maggio 1999 n. 124. Il suddetto requisito si raggiunge anche cumulando i servizi prestati, nello stesso anno e per la stessa classe di concorso , nelle scuole statali, paritarie e centri di formazione professionale. A tal fine, è valutabile anche il servizio prestato in diverse classi di concorso , purché almeno un anno scolastico di servizio sia stato svolto nella classe di concorso per la quale si intende partecipare.
                 Per gli insegnanti di scuola dell’infanzia e di scuola primaria, gli anni di servizio prestati nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria, sia su posti normali che su posti di sostegno, si possono cumulare, purché per ciascun anno scolastico il servizio sia stato prestato interamente sulla stessa tipologia di posto. E’ valido anche il servizio prestato su posto di Sostegno, purché riconducibile alla classe di concorso o alla tipologia di posto richiesta.
                   I corsi si svolgeranno secondo il calendario che sarà fissato dai competenti Atenei e Istituzioni A.F.A.M., nelle sedi che saranno individuate sulla base di un’apposita intesa tra il Rettore dell’Ateneo o il Direttore dell’Istituzione interessata e il Direttore del competente Ufficio Scolastico Regionale. In linea di massima, le lezioni si terranno nelle ore pomeridiane e/o nell’intera giornata del sabato, fatta salva diversa articolazione fissata dagli atenei e dalle istituzioni A.F.A.M., in relazione a specifiche esigenze dei corsisti ed all’organizzazione di fasi intensive, da concentrare nei periodi di sospensione delle attività didattiche delle istituzioni scolastiche.
               Per garantire al massimo la frequenza dei docenti interessati, è possibile l’organizzazione dei corsi a livello provinciale, regionale ed, in ultima analisi, interregionale, attraverso specifiche intese tra Direttori Regionali e le strutture didattiche universitarie e A.F.A.M. interessate.
            Il contingente dei posti e il numero massimo dei candidati da ammettere ai corsi è determinato da ciascun Ateneo o Istituzione A.F.A.M., di intesa con il Direttore Regionale, tenuto conto della disponibilità di strutture idonee, di personale docente e non docente e delle dotazioni didattico-strumentali. L’ordine di priorità per la frequenza dei corsi sarà definito con successivo provvedimento. La frequenza dei corsi è obbligatoria. E’ consentito un massimo di assenze nella percentuale del 20%. Non è previsto alcun tipo di esonero dal servizio, fatta salva la fruizione dei permessi per il diritto allo studio.
                  I docenti della scuola primaria, al fine di conseguire l’abilitazione, devono essere in possesso della certificazione B2 di lingua Inglese prevista dal QCER, ai sensi dell’art. 3 comma 4 lett. a) del D.M. 249/2010 e della certificazione della formazione metodologica di cui alla Legge 53/2003. Sarà cura degli Atenei attivare specifici percorsi di formazione metodologica rivolti agli aspiranti che siano sprovvisti della suddetta certificazione metodologica.